Pubblicato su: Shannon.it (9 settembre 2007)

Con la crescita continua della rete, il problema dell’organizzazione dei contenuti emerge sempre più; lo sviluppo di interfacce utenti sempre più intuitive e la nascita di nuovi linguaggi di programmazione veloci e poliedrici contribuiscono ad aumentare il volume di dati presenti e ad aprire molti canali tematici di scambio di informazioni.

Il web è ancora in buona parte una fabbrica di entertainment, ma la possibilità di integrare servizi interattivi gratuiti e di usare il web come piattaforma sta progressivamente (e alla consueta alta velocità) spostando nel web una serie di attività che fino a pochi anni fa erano rigorosamente off-line.

L’esperienza delle dinamiche di sviluppo progettuale proprie dell’opensource sta mostrando i vantaggi del lavoro svolto in condivisione continua, e muove anche i professionisti non prettamente del settore a utilizzare le stesse dinamiche lavorative.

Mentre fino a qualche anno fa solo le medie imprese erano in grado di permettersi una rete locale e un tecnico in grado di configurare la rete e impostare il sistema operativo per la gestione di cartelle condivise, oggi ci sono sistemi alternativi che posso fornire un servizio molto simile con spese irrisorie, talvolta semplificando anche le procedure di gestione.

La micro-imprenditorialità è la prima a beneficiare di questa tipologia di servizi: creare un semplice sito html (o più semplicemente aprire un blog o una googlepage) e integrarvi con script dinamici richiede qualche tempo, ma anche partendo da una base scarsa si possono ottenere ottimi risultati in breve.

Da dove cominciare quindi? Una piccola-media impresa che decide di adottare una piattaforma web ha bisogno di convertire una parte delle sue dinamiche di lavoro. Non occorre molto tempo, ma sicuramente è una cosa che non si può fare con superficialità o distrattamente; è saggio pianificare bene il processo e studiare a monte una buona architettura di rete, soprattutto mettendo in conto la possibilità di fermare le attività per una giornata di training di tutto lo staff e per testare il sistema.

Come detto invece, per il singolo o la micro-impresa la cosa è meno complessa. Prima di tutto vanno selezionati i servizi web che fanno al caso delle proprie esigenze, poi bisogna cominciare ad usarli e capire come posso essere sfruttati, sia in termine di comunicazione interna che esterna.

Si cominciano così a raccogliere i link e a scoprire i servizi. Una ricerca in rete con le parole chiave giuste mette sicuramente tra i primi risultati il servizio di cui si ha bisogno e tutte le informazioni necessarie a capire come utilizzarlo al meglio: istruzioni, tutorial, forum di supporto e così via; inutile ricordare che la maggior parte dei servizi on-line è solitamente gratuita o a un prezzo politicamente corretto.

RISPOSTA DI ENRICO GIUBERTONI

Un numero sempre maggiore di aziende usa risorse esterne nella propria comunicazione sul web. Basti pensare a quante gallerie fotografiche sono traslocate su Flickr o quanti filmati di convention sono stati integrati in YouTube, materiali che spesso esistevano in anguste e inaccessibili image galleries relegate all’interno di siti aziendali.

Assemblare un sito partendo da Widgets non è complesso: basta avere una minima padronanza della rete. Ma, sebbene da un punto di vista teorico questo modello sembra vincente e facilmente adottabile, da un punto di vista pratico raramente c’è un legame tra Widgets adottati e successo di un sito: se non sono chiaramente stabiliti obiettivi, roadmap per ottenerli, strutture ben definite di articolazione delle sezioni interne, delle metriche di misurazione e dei tempi di maturazione e di propagazione del sito, lo sforzo risulta nella maggior parte dei casi inutile.

Prendendo un esempio dal Project Management, si può paragonare la pianificazione di un sito a una ricetta di cucina. Bisogna scegliere le risorse (widgets), le modalità di preparazione (roadmap e struttura) e i tempi di maturazione.

Sono d’accordo con Federico Moro quando afferma che questo processo possa partire, nel caso delle micro imprese, dall’interno delle business unit aziendali: anzi forse è nettamente auspicabile che questo accada. Ritengo tuttavia che questo processo debba comunque essere monitorato o supervisionato da persone che abbiano esperienza nel web come ad esempio esperti di Web Marketing, di Web Design, di Web Blogging, Web Usability, etc. Persone quindi con maturata esperienza, che sappiano trarre vantaggi da ognuna di queste risorse assemblandole nel modo più corretto agli obiettivi del sito, pena il fallimento di una buona idea.

La mia risposta non vuole quindi essere critica a questo approccio, che anzi trovo efficace e imprescindibile. Ritengo però altrettanto importante sottolineare i rischi di un mancato successo, non per l’idea di fondo, ma per un errato uso degli strumenti.

Per fare un paragone con la ricetta di cucina, non basta avere i giusti ingredienti e di ottima qualità, se non li si integra nel modo più congeniale agli scopi prefissati.